Associazione Culturale Aristocrazia Europea

martedì 25 settembre 2012

Monferrato: Vendemmia 2012.

I fratelli Ganassini di Camerati, da sinistra:
ANNA (con Marco, Allegra e Luigi),
GIUSEPPE ("Peppo", il proprietario della vigna),
VITTORIA (con Giuseppe e Federico).
Le Vigne dei Conti Ganassini di Camerati a Vignale Monferrato.
Giovanissimi vendemmiatori...
Il Barone Roberto Jonghi Lavarini
ed il Marchese Federico Lalatta Costerbosa
Roberto Jonghi (con Veronica e Beatrice)
con il cugino Peppo Ganassini.

lunedì 24 settembre 2012

Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro: autentico spirito cavalleresco ed aristocratico a sostegno della Fede, della Tradizione e della Solidarietà.



Il Delegato Regionale ed Il Priore degli Ordini Dinastici della Real Casa Savoia della Lombardia, Sua Eccellenza Cav. di Gran Croce Principe Don Alberto Giovane ed il Molto Reverendo Cav.Uff. Don Simone Rolandi, insieme al vice delegato Cav.Gr.Cr. Stefano Di Martino ed al Vicario di Milano, Conte Cav.Uff. Don Giancarlo Melzi d’Eril dei Duchi di Lodi, Vi invitano a partecipare alle prossime due iniziative dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro: alla Santa Messa Solenne per celebrare la Solennità del nostro Patrono San Maurizio Martire (Venerdì 28 settembre, alle ore 18.00, presso la Chiesa di Sant’Alessandro in Zebedia a Milano) ed al Galà Benefico a sostegno delle opere assistenziali e caritatevoli dell’ordine (Domenica 14 ottobre, alle ore 20.30, prezzo Palazzo Cusani in Brera). Info: lombardia@ordinidinasticicasasavoia.it








Le Loro Altezze Reali Vittorio Emanuele e Marina, Principi di Napoli e Duchi di Savoia, e le Loro Altezze Reali Emanuele Filiberto e Clotilde, Principi di Venezia.



venerdì 21 settembre 2012

Libreria RITTER di Milano: Cultura, Storia e Tradizione.



Chi siamo: una Libreria specializzata in Storia Militare, Tradizione e Tradizioni, Fascismo e Nazionalsocialismo, Armi e Forze Speciali, Neofascismo, Ultras, Musica Alternativa ed Etnonazionalismo.

Abbiamo costituito la Casa Editrice Ritter s.a.s. l’8 ottobre 1998 con l’intenzione di editare libri (nuovi e ristampe) sulle Forze Armate tedesche, argomento del quale il mercato era allora carente. Proveniamo da differenti esperienze lavorative nel campo dell’editoria e della diffusione libraria, chi da un’esperienza durata sette anni nella “Libreria Militare” di Milano, chi da un’esperienza durata ben 25 anni nella libreria “La Bottega del Fantastico”, sempre a Milano, e nelle “Edizioni Barbarossa”. Cominciando a proporre direttamente alle librerie le nostre edizioni, ci siamo fatti carico della distribuzione di un limitato numero di case editrici amiche (Edizioni Barbarossa, Novantico, Settimo Sigillo).Gli anni intermedi sono stati caratterizzati da un ampliamento dell’attività editoriale alle tematiche inerenti la storia e le Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana, e da un costante incremento dell’attività distributiva, limitata comunque ancora all’editoria in lingua italiana.Il salto qualitativo avviene nel settembre 2005, quando cominciamo a curare la distribuzione in modo professionale e a tempo pieno. A partire da allora abbiamo incrementato costantemente il numero delle case editrici promosse, con particolare interesse alla diffusione dell’editoria specializzata in lingua straniera (inglese, americana, francese, tedesca, spagnola, polacca, ecc.), arrivando cosi al centinaio di editori attualmente distribuiti. Dal gennaio 2008 la nuova Ritter: Apertura dello spazio espositivo con i suoi 180 metri quadri in Via Maiocchi, 28 a Milano, così da poter fornire ai nostri clienti un servizio completo che va dalla normale reperibilità dei volumi in commercio (grande e piccola editoria classica, editoria specializzata, editoria e musica alternativa) alla ricerca di testi fuori commercio. Sito completamente rinnovato e partecipazione alle maggiori fiere specializzate (Militalia, EXA…).

Dove siamo Il nostro spazio RITTER è situato in Via Maiocchi, 28 angolo Viale Abruzzi a Milano. Mezzi di superficie: linea 92, 60; Tram 23, 33, 11 a circa 300 metri e a 500 metri la fermata di Lima (MM1. ORARI APERTURA E RECAPITI: Per il pubblico: dal Martedì al Sabato 10,00/13,00 - 15,00/19,30. In altri orari su appuntamento: Telefono 02-201310, Fax 02-29510499, Cellulare 333-3037133, Mail info@ritteredizioni.com - http://www.ritteredizioni.com/

mercoledì 19 settembre 2012

El Colegio Heráldico Antoniano de Lisboa.


 
El Colegio Heráldico Antoniano de Lisboa tiene su origen en el Registro Noble del Real Capítulo de Caballeros de Santo Antonio de Lisboa de Arronches, Antigua y Noble Hermandad de Santo Antonio y del Niño Jesús de la Iglesia de Su Misma, Franciscana y Venerable Advocación de Arronches, Agregada a la Colegiata de Nuestra Señora de la Asunción de Canónigos Regulares de la Santa Cruz de Coimbra, cuyos primeros testimonios documentales se remontan a 1510, aunque su existencia es anterior. Reformado con nuevos Estatutos y Constituciones en 2007, tiene a su cargo el Registro Heráldico, Genealógico y Nobiliario del Cuerpo Colegiado de la Nobleza Histórica de los Reinos Ibéricos, esto es, de todos los Territorios que formaron parte, en algún momento de la Historia, de las Coronas Portuguesa o Españolas. El Colegio Heráldico está integrado por Colegiados de Honor, de Número y Correspondientes de diversos países, heraldistas, genealogistas y nobiliaristas de reconocido prestigio y a su cabeza se haya el Cronista Rey de Armas, el cual, por Decreto Capitular de 13 de junio de 2007 y de manera vitalicia, es Don Francisco Acedo Fernández Pereira. Está vinculado mediante acuerdos con diversas Instituciones de carácter Nobiliario, Caballeresco e Histórico, con las que mantiene lazos de estrecha colaboración. Su Sede es la Santa Iglesia Capitular de Santo Antonio de Lisboa.
 

Società Genealogica Italiana.

Introduzione

Con la resa della fortezza di Civitella del Tronto il 20 marzo 1861, si compiva l'annessione “obtorto collo” dell'antico e fiorente Regno delle Due Sicilie al piccolo e oscuro Regno di Sardegna.

Uno degli atti più significativi del nuovo regime fu la sistematica delegittimazione dell'antichissima nobiltà delle Due Sicilie, perseguita con costanza e rigore quasi scientifico fino, praticamente, alla fine della II guerra mondiale. Molti latifondi vennero tolti ai proprietari e dati a collaborazionisti compiacenti; pochi furono i riconoscimenti nobiliari (anche perché moltissime famiglie, in un estremo atto di orgoglio, rifiutarono di farsi riconoscere); l' "epurazione" culminò nella stesura di un elenco nobiliare ufficiale nel 1922, dal quale la stragrande maggioranza della nobiltà delle Due Sicilie veniva esclusa. Ancora oggi, sono molti i "cani da guardia" di tale elenco che sostengono che la nobiltà italiana è stata, è e sarà solo quella nell'elenco ricompresa; ovviamente, nessuno di tali "custodi" può – purtroppo per lui – vantare significative tradizioni duosiciliane.

Invidia? Forse. E' innegabile che moltissime delle famiglie nobili delle Due Sicilie potessero vantare origini più antiche ed illustri delle famiglie del Regno di Sardegna.. È facile rispondere a codesti Signori che, così come loro non riconoscono le famiglie duosiciliane, molte delle famiglie duosiciliane non riconoscono il nuovo governo "unitario" e tutto ciò che ad esso è seguito.


Il progetto

Questo progetto è nato dall'attività degli studiosi e degli appassionati del Forum "Genealogie Mare Nostrum", con riferimento all'attività dell'Istituto Mare Nostrum per lo Studio dei Ceti Dirigenti del Mediterraneo®, in collaborazione con la Società genealogica Italiana®, dopo molte discussioni sulla necessità di una vera ed esaustiva catalogazione del patrimonio genealogico delle famiglie che, per secoli, hanno mantenuto legami e influenza nel grande bacino del Mediterraneo, il Mare Nostrum. In particolare ci aveva colpito l'omissione di moltissime famiglie nobili del Meridione d'Italia , specialmente in riferimento ai Patriziati e alle Nobiltà cittadine che si sono "perdute" a causa delle vicende politico-istituzionali degli ultimi secoli di storia italiana.

Il Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea è un progetto unico - in termini di qualità e di ricchezza del materiale offerto - sia nella rete che nel mondo editoriale, fondato su basi rigorosamente scientifico/documentarie, che si avvale di un nutrito ed autorevole Comitato Scientifico Editoriale, che riunisce i nomi di docenti Universitari dei più prestigiosi atenei italiani ed esteri, oltre ad esperti del settore che spaziano dall'Italia alla Colombia.

Il progetto ha come fine ultimo quello di pubblicare tutte le genealogie delle dinastie regnanti e delle altre dinastie che hanno avuto rilevanza storica, anche soltanto a livello locale (vedi Piano dell'Opera).

Per la definizione di famiglia nobile, si fa riferimento a quanto indicato nel capitolo Legislazione

Qualsiasi segnalazione, correzione e suggerimento inviati al nostro indirizzo email, saranno accolti con la massima attenzione. Invitiamo tutti coloro i quali fossero interessati, a contribuire al presente progetto, segnalando i contributi genealogici proposti via email (vedi: Regole editoriali per la pubblicazione)

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This project emerged from the actvities of scholaships and entusiasts of "Genealogie Mare Nostrum" Forum, in collaboration with the Italian Genealogical Society®, after long discussions concerning the lack of information about the Mediterranean noble families presented on the Web. The project aim to include, in the next future, the genealogy of all noble
families on the Mediterranean cultural area, mainly Italians but also (i. e.) from Greece, Middle West Area, Mediterranean Africa, Spain, Portugal, France etc. (see Next issues)

We decided to present our work mainly in Italian, because we operate in Italy and also because of the many nuances of heraldic and genealogical language that relate to our nobility - terms and titles which cannot be translated into any other idiom, but this project born as a multi-language work and can host differents european languages (english, french, spanish etc.), without translation in italian. This Project hope to be "transformed", in the future, in the publishing project of the "Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea".

Considering the magnitude of this work, and its associated technical difficulties, we hope that our readers will forgive us for the slowness of publication and for errors which they may encounter. We understand that, for some families, the available sources are neither of the first quality nor are they confirmed by recent scholarship, therefore we will be happy to receive any appropriate information, notices, and corrections to Mare Nostrum email address, even if you like to contribute sending genealogies. Our scientific committee will examine the genealogies for publication on the site (see: "Publishing Terms and Conditions and Editing Rules for Submission").

For a definition of "noble family", please check the "Legislazione" chapter.

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El Libro de Oro de la Nobleza del Mediterráneo es actualmente el proyecto más importante y ambicioso en materia genealógica, que se realiza en colaboración con la Sociedad Genealógica Italiana® y con el Instituto Internacional Mare Nostrum®, formando parte del Comité Scientifico un qualificado número de personas. El objetivo del Libro de Oro de la Nobleza del Mediterráneo es crear un registro de todas las familias soberanas, nobles y notables de los países del sur de Europa y del Norte de África.



a cura del Comitato Scientifico Editoriale del Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea

(Presidente: il XIII duca di San Donato, dott. don Marco, marchese Lupis Macedonio Palermo dei principi di Santa Margherita)

Centro Studi Araldici



Il Centro Studi Araldici è stato costituito con atto notarile pubblico il 16 settembre 2006 (Rep. N° 19277/14900) per sviluppare e realizzare il progetto Stemmario Italiano® ideato nel 1999 da Raffaele Coppola e on line dal 2005.
Il Centro Studi Araldici resta un'istituzione privata senza scopo di lucro, composta da appassionati studiosi di araldica, che intendono promuovere questa antica disciplina.

A tal fine il Centro Studi Araldici opera su quattro livelli:

  1. riscoprire: ricerca storica di materiale, documenti, informazioni e conoscenze araldiche.
  2. preservare: raccogliere, ordinare, catalogare e conservare il materiale e le conoscenze araldiche reperite.
  3. divulgare: promuovere la conoscenza dell'araldica rendendo facilmente e liberamente accessibile al pubblico la maggior quantità possibile di informazioni e materiale araldico elaborato.
  4. diffondere: far rivivere nella società contemporanea l'uso dell'araldica, peculiare forma espressiva della nostra tradizione culturale.

FAQ Domande sulla NOBILTA'


Domande frequenti sulla nobiltà




Cosa significa essere nobili?


Vuol dire prima di tutto appartenere ad una famiglia che fa parte di quel ceto che in passato costituiva la maggior parte o la totalità della classe dirigente, e che ha contribuito a fare la storia del paese. Ciò che non significa che al giorno d'oggi non vi siano più dei nobili nella classe dirigente, ma semplicemente che il fatto in sè di appartenere all'aristocrazia non dà più alcun potere politico.

Significa poi crescere e testimoniare i valori della propria classe sociale, ossia l'onore a Dio, il rispetto per la Patria, l'attenzione al buon nome della propria famiglia, il servizio alla comunità, il rispetto per quanti lavorano ecc.


Quali sono i privilegi dei nobili?


Dalla Rivoluzione Francese i nobili non hanno più alcun privilegio politico, né economico. Studiano e si guadagnano da vivere lavorando come tutte le altre persone.


Come si diventa nobili?


In passato chi non era nobile di nascita poteva acquisire la nobiltà o per concessione del Sovrano, con un suo provvedimento cosiddetto "di grazia", o esercitando determinate cariche che -sempre per volere del Principe- conferivano la nobiltà personale o trasmissibile.

Esistevano poi altri e diversi modi di acquisto, che variavano a seconda dello stato: nella penisola iberica -per esempio- esisteva la hidalguia c.d. "di braghetta", che veniva concessa a chi procreava sei figli maschi viventi; altrove era in vigore la prescrizione acquisitiva e cosivvia.

Oggi in alcuni paesi -come Inghilterra, Belgio e Spagna- il Sovrano esercita ancora le proprie prerogative e concede nobiltà e titoli; in altri paesi invece, anche in quelli che riconoscono ancora legalmente la nobiltà, non vengono fatte nuove concessioni, come nei Paesi Bassi e nelle monarchie scandinave.


Chi riconosce i titoli nobiliari?


Dipende dai vari paesi. Generalmente nei paesi retti da una monarchia esiste un organo dello stato, dipendente spesso dalla Presidenza del Consiglio o da un Ministero, competente per il riconoscimento. Altri ordinamenti possono ugualmente prevedere forme di tutela dei titoli nobiliari e degli stemmi. In altri, ed è proprio il caso dell'Italia, i titoli sono semplicemente ignorati dallo stato, che non li tutela in alcun modo: in casi simili è fondamentale il ruolo (riconosciuto dalla stessa aristocrazia) svolto dalle Associazioni Nobiliari che -con il rigoroso esame delle domande di associazione- assicurano una forma di protezione (seppur privata) dei diritti nobiliari.


E' possibile oggi comprare un titolo?


Assolutamente no. I titoli che risultano da una negoziazione di questo tipo non saranno riconosciuti né dalle autorità competenti del proprio paese -se esistenti- né dalla locale associazione della nobiltà.


E' possibile acquisire un titolo nobiliare acquistando una baronia in Francia o in Gran Bretagna?


Effettivamente vi sono delle organizzazioni che propongono l'acquisto anche di minuscoli "fazzoletti" di terreno situati all'estero, assicurando che in tal modo sarebbe possibile acquistare un titolo nobiliare: storicamente -secondo quando dimostrato in varie occasioni principalmente sul forum rec.heraldry- non esistevano titoli legati alla terra.

Ai tempi poi del Regno d'Italia le norme di diritto nobiliare specificavano a chiare lettere come l'acquisto di un ex-feudo non attribuisca alcun diritto nobiliare, e tale era l'orientamento degli stati pre-unitari in cui vi era una legislazione in materia.


A volte sui giornali si legge di nobili che cedono il loro titolo tramite l'adozione, è un metodo valido?


In linea di massima no, poiché i diritti nobiliari -essendo un'emanazione della potestà sovrana- sono indisponibili. Si conoscono invece alcuni casi di nobili tedeschi che hanno adottato (dietro compenso) delle persone per far loro ottenere il proprio cognome a cui oggi è aggiunto anche il titolo nobiliare: non vi è dubbio però che in tal modo si acquisti solo un cognome e non un diritto nobiliare.


Si sente spesso parlare di Capi di antiche dinastie spodestate che concedono titoli ed onori, sono validi?


L'argomento è complicato e -come sempre- è opportuno agire con la massima prudenza onde evitare truffe e raggiri che, purtroppo, sono molto frequenti. Bisogna innanzitutto essere certi che il concedente discenda realmente e per via legittima da una persona che abbia effettivamente regnato su di un territorio ed abbia esercitato il diritto di concedere onori, ed in quali forme; si deve poi guardare alle cause che hanno determinato il venir meno di tale regno; infine è opportuno accertarsi del livello tenuto dai discendenti del sovrano spodestato, onde essere sicuri che non siano "decaduti".

Così -per esempio- chi vanta discendenze dagli Imperatori Bizantini non dovrebbe avere alcun valido diritto, dal momento che i Troni romani di Oriente erano elettivi e non si trasmettevano di padre in figlio.

In linea di massima è significativa la presenza della famiglia nell'Almanacco del Gotha.


Mi chiamo Mario Rossi, quali sono lo stemma ed i titoli dei Rossi? In una bancarella ad una fiera hanno detto di aver trovato il mio stemma di famiglia, posso essere sicuro che sia proprio il mio?


Lo stemma ed eventualmente i titoli nobiliari non sono legati ad un generico cognome ma ad un determinato gruppo famigliare: per esempio, esistono nel nostro paese tantissime famiglie Savoia che non hanno nulla a che vedere con la Real Casa d'Italia.

I titoli e gli stemmi o sono personali o si trasmettono da padre in figlio, a seconda di quanto previsto dal provvedimento di concessione.


Tutti quelli che hanno uno stemma sono nobili?


No, anzi, in alcuni paesi come la Germania o i Paesi Bassi gli stemmi dei nobili sono una minoranza. Lo stemma può essere considerato, per dirla con il Conte Giuseppe Della Torre, come un "cognome illustrato": chiunque può dunque far uso di uno stemma senza bisogno di essere nobile.

Nel medioevo quasi tutte le famiglie di ceto borghese portavano uno stemma, come pure le corporazioni di arti e mestieri, i Comuni e cosivvia; solamente alcuni ornamenti esteriori (elmi, corone, cimieri) permettevano di riconoscere gli stemmi nobili da quelli borghesi.

L'equivalenza stemma=nobiltà è dovuta al fatto che in Francia sotto il Regno di Luigi XIV e di Luigi XVI fu decretato che solo gli aristocratici potessero fare uso di stemmi, ed è per questo che gli stemmi furono i primi simboli dell'Ancien Régime ad essere distrutti dai sanculotti.


Allora anche io posso inventarmi uno stemma?


Volendo sì, a patto di non usurpare quello legittimamente utilizzato da altre famiglie (magari omonime) e facendo attenzione a non utilizzare elmenti interni ed esterni non appropriati per il loro significato araldico o storico (corone, mantelli, capo dell'Impero ecc.).

CILANE Nobiltà Europea.

La Commissione d'Informazione e Collegamento delle Associazioni della Nobiltà Europea compie oggi trent'anni di vita. E' quindi una buona occasione per esporre in questo opuscolo destinato ad un auditorio più esteso cosa rappresenti questa Commissione, ciò che ha ispirato e messo in opera, ciò che è stato realizzato in cooperazione tra le Associazioni che ne fanno parte, ed anche le prospettive e le esigenze alle quali dovrà far fronte nei prossimi anni.
Inizi della Commissione

Le origini della C.I.L.A.N.E. risalgono al 1957, scaturite da contatti bilaterali tra i giovani appartenenti alla Associazione della Nobiltà Francese (ANF) e Belga (ANRB) dopo la fine della seconda guerra mondiale. Il gruppo dei giovani della ANF invitò i giovani nobili di altri paesi europei ad un incontro a Parigi dedicato al "Ruolo della Nobiltà nella società contemporanea". Questo incontro di due giorni è ricordato generalmente come il preludio dell'approfondimento dell'intento reciproco che si è sviluppato dopo di allora, portando diciotto mesi dopo, alla creazione della C.I.L.A.N.E.. In effetti, dopo una riunione a Monaco ed una sessione di lavoro sullo statuto a Parigi, è nell'inverno successivo che la C.I.L.A.N.E. ha tenuto a Parigi la sua riunione costitutiva il 25 aprile 1959.
Regolamento interno

La C.I.L.A.N.E. si compone di un Delegato ufficiale per ciascuna Associazione membro. Egli può essere accompagnato da tre persone ed in particolare da un rappresentante del gruppo dei giovani della sua Associazione. La C.I.L.A.N.E. si riunisce due volte l'anno, presso la sede che è quella della A.N.F. a Parigi o altrove. I normali compiti direttivi sono svolti da un coordinatore, eletto periodicamente tra i membri; egli presiede le riunioni. Le spese di gestione della Commissione sono sopportate annualmente dalle Associazioni che ne fanno parte. Il coordinatore può farsi aiutare da persone di fiducia. Lo statuto contiene inoltre disposizioni che stabiliscono regole di procedura. La possibilità di ammettere altre associazioni nobili è esplicitamente prevista.
Nel sottolineare l'autorità primordiale delle Associazioni membro, lo statuto assegna alla commissione i seguenti compiti:
- Mantenere e sviluppare tra di loro delle relazioni amichevoli e dei benefici reciproci.
- Favorire gli scambi fra i membri, specialmente tra i giovani appartenenti alle associazioni di nobiltà rappresentate.
- Assicurare un collegamento efficace tra le sue associazioni e costituire per esse un mezzo di informazione permanente.
Non bisogna considerare questi impegni come limitativi, ma piuttosto come una indicazione dei campi nei quali deve impegnarsi. In effetti le risoluzioni della Commissione si fanno sempre in gran libertà d'ingegno, si dibattono i problemi posti e ciascuna delegazione può proporre lo studio degli argomenti che ritiene appropriati. Il coordinatore propone un ordine del giorno comprendente tulli gli argomenti che ritiene opportuni. In fine, la stessa Commissione può suggerire tutte le regole che portino miglioramento allo statuto, nella misura in cui ciò si accerterà valido.
I campi di attività ed il margine degli obiettivi che la C.I.L.A.N.E. può stabilirsi sono abbastanza larghi. Naturalmente la commissione non eserciterà più il suo ruolo se saranno eccedute le competenze o le norme che regolano le attività proprie delle Associazioni che ne fanno parte. Non si deve dimenticare che l'azione della C.I.L.A.N.E. dipende prima di tutto dal sostegno apportato dalle Associazioni membre.
Ne risulta che la C.I.L.A.N.E. non è una confederazione di associazioni, che non è chiamata ad immischiarsi nei loro affari interni e che non è neanche una "lobby" a loro favore. Essa costituisce un organo comune tra le nobiltà d'Europa, che gli apporta la cornice necessaria ad una presa di coscienza di origini storiche, di tradizioni, di principi religiosi ed etici che gli sono comuni. Ciò che nel corso degli ultimi secoli ha separato la nobiltà dei nostri paesi non deve essere un ostacolo, ma piuttosto un invito a comprenderci meglio.
Manifestazioni dei giovani

I gruppi dei giovani (tra i 18 e 30 anni) hanno sviluppato, sotto gli auspici della commissione, molteplici manifestazioni a carattere internazionale, riunioni, week-ends, escursioni, cainpi per attività sportive, etc. Alcune di queste manifestazioni hanno avuto una così grande risonanza che i partecipanti si sono ritrovati venti anni dopo per commemorarne l'anniversario. Se aggiungiamo le manifestazioni proprie delle associazioni, riunioni, assemblee annuali, serate danzanti, etc. alle quali è invitato un gran numero di stranieri; di tanto in tanto sono state combinate le une con le altre. Si deve anche qui ricordare gli inviti a titolo personale di amici appartenenti ad associazioni straniere, conosciuti grazie ai contatti legati all'occasione dei precedenti incontri. Dall'importanza di questi incontri, la frequenza, gli anni, la durata, il numero ed i nomi dei partecipanti, è impossibile di valutarne, anche approssimativamente, la levatura. E comunque certo che gli incontri che hanno avuto luogo fin'ora sono stati parecchie migliaia. Complessivamente è qui che si sono concretizzati nel modo più evidente e soddisfacente gli intenti che i fondatori della C.I.L.A.N.E. si erano posti nel crearla.
Scambi

Per quel che concerne i giovani tra i 12 ed i l7anni circa, non esistono ancora dei veri scambi multilaterali. Solo funzionano gli scambi bilaterali tra le associazioni francese e tedesca grazie all'opera di una persona che raccoglie tutte le domande e offerte. Naturalmente ci sono scambi tra famiglie amiche ma si verificano al di fuori della C.I.L.A.N.E.
In questo contesto bisogna nominare anche i raduni realizzati negli ultimi dieci anni per i giovani di questa età in seno alle associazioni nazionali. Questi raduni hanno attirato da un anno all'altro un numero crescente di giovani di altri paesi. L'esperienza di vita in comune per delle settimane, gli incontri di giovani della stessa età di differenti paesi, l'avvio in comune per superare la stessa tappa, la sosta in ritrovi gradevoli e la partecipazione a riunioni amichevoli, tutto ciò ha contribuito a dare ai partecipanti una motivazione straordinaria. Non c'è che da augurarsi che questo successo abbia anche ricompensato gli organizzatori e gli ospiti per l'impegno avuto perche' questi raduni siano riusciti.
Non bisogna dimenticare l'accoglienza che hanno ricevuto, successivamente, coloro i quali soggiornarono nel paese di un'altra associazione. Se lo desiderano essi vengono accolti nel luogo del loro soggiorno dai responsabili regionali o locali delle nostre associazioni che li mettono direttamente in contatto con altri membri. In due casi, questi contatti sono anche finiti in gemellaggio di gruppi regionali e locali.
Congresso

Il congresso che si tiene ogni quattro anni tra un paese e l'altro ha preso un grande slancio. Tra gli 80 e i 250 partecipanti si riuniscono ogni volta per discutere di argomenti accurata mente preparati dalle delegazioni, e si prendono delle decisioni. E' anche l'occasione di visitare paesi, organizzare escursioni ed assistere insieme a cerimonie religiose. La parte ufficiale termina generalmente con una serata danzante.
La C.I.L.A.N.E. si occupa della preparazione in generale e fissa il tema del congresso mentre l'Associazione ospitante stabilisce il programma giornaliero e si incarica dell'organizzazione materiale e tecnica.
Tutti i congressi che hanno avuto luogo fin'ora (Parigi 1957, Monaco 1958, Bruxelles 1959, Vienna 1960, Baden-Baden 1963, Parigi 1965, Venezia 1969, Bruxelles 1973, Monaco 1976, Avignone 1982, Madrid 1985, Porto 1989) hanno avuto una rimarchevole risonanza. Quando i congressi tenninano, dispiace sempre di doversi lasciare dopo aver iniziato a far conoscenza; un buon numero di partecipanti hanno riassunto le loro impressioni dicendo che hanno avuto veramente la sensazione di appartenere ad una sola grande famiglia nobiliare d'Europa.
Fuori da questi congressi, le associazioni che invitano la C.I.L.A.N.E. ad una riunione nel loro paese organizzano generalmente in questa occasione un incontro amichevole e lo fanno coincidere con una manifestazione interna.
Altre attività

Tra le attività meno apparenti bisogna ricordare la reciproca messa a disposizione delle pubblicazioni tra le associazioni, l'informazione su soggetti di comune interesse, l'avviso sulle frodi dei nomi, e soprattutto gli scambi di idee.
Argomenti in sospeso

Questo incoraggiante bilancio non deve fare dimenticare che esistono anche delle imperfezioni. - Riflettendo sulla costruzione europea, si deve ammettere che la C.I.L.A.N.E. resterà un organo incompiuto fintantocché la nobità dei paesi dell'Europa del Nord non saranno associati. La nozione di solidarietà richiede di stabilire ugualmente dei contatti permanenti con la nobiltà cristiana, originaria soprattutto dell'Europa Orientale, che è dispersa attraverso il mondo e non ha per consegueza il modo di creare un'associazione, eccezion fatta per la nobiltà russa la cui sede è a Parigi. La scelta del francese come sola lingua ufficiale della C.I.L.A.N.E. rende difficile la cooperazione per le persone che non hanno padronanza del francese ed anche dispendiosa la traduzione dei testi redatti in un'altra lingua e vice versa. Ciò restringe le possibilità di comunicare i lavori della C.I.L.A.N.E. agli aderenti delle associazioni membre non francofone e di tenerle al corrente delle sue attività. Per porvi un po' di rimedio la Commissione ha ammesso recentemente l'inglese come lingua di lavoro e di riunione. Questa succinia esposizione non è il luogo più adatto per esaminare questi problemi più da vicino e per trovargli soluzione; senza dubbio bisogna accettare che non si può ancora ottenere tutto ciò che sarebbe augurabile.
Prospettive

Ci troviamo alle soglie del secondo millennio della nostra era. In questa fase della nostra storia noi constatianio da una parte la progressiva integrazione dei paesi della Comunità europea, ma dall'altra i profondi cambiamenti che toccheranno la nostra società come nostra concezione etica, religiosa e sociale.
Questo sviluppo riguarda naturalmente anche le tradizioni e gli ideali, le idee e le concezioni che ci hanno portato a istituire la C.I.L.A.N.E. ed a mettere in piedi le manifestazioni descritte. Essa costituisce una sfida senza eguale per noi tutti, sfida alla quale non ci possiamo sottrarre, se vogliamo mantenere la nostra identità.

Storia dell'Ordine di Malta.


1048 Gerusalemme

La nascita dell’Ordine di San Giovanni risale al 1048. Alcuni mercanti dell’antica repubblica marinara di Amalfi ottengono dal Califfo d’Egitto il permesso di costruire a Gerusalemme una chiesa, un convento e un ospedale nel quale assistere i pellegrini di ogni fede o razza. L’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme – la comunità monastica dedita alla gestione dell’ospedale per l’assistenza dei pellegrini in Terra Santa – diviene indipendente sotto la guida del suo fondatore il Beato Gerardo. Con la bolla del 15 febbraio 1113, Papa Pasquale II pone l’ospedale di San Giovanni sotto la tutela della Chiesa, con diritto di eleggere liberamente i suoi superiori, senza interferenza da parte di altre autorità laiche o religiose. In virtù di tale bolla, l’Ospedale diviene un ordine religioso laicale. Tutti i cavalieri erano religiosi, legati dai tre voti monastici, di povertà, castità e obbedienza.

La costituzione del Regno di Gerusalemme costringe l’Ordine ad assumere la difesa militare dei malati e dei pellegrini e a proteggere i propri centri medici e le strade principali. Alla missione ospedaliera l’Ordine aggiunge la difesa della fede. In seguito, l’Ordine adotta la bianca Croce Ottagona, che ancora oggi è il suo simbolo.

1291 Cipro

Nel 1291 dopo la caduta di San Giovanni d’Acri e la perdita della Terra Santa l’Ordine Ospedaliero di San Giovanni trasferisce la sua sede e l’ospedale a Limassol sull’isola di Cipro, dove era già presente dal 1210 grazie alla concessione di importanti proprietà, privilegi e diritti commerciali. Qui, fedele alla sua missione ospedaliera, continua a costruire nuovi ospedali e, beneficiando della posizione strategica dell’isola, da vita ad una flotta navale con cui protegge i pellegrini sulla rotte per la Terra Santa. Il numero di membri provenienti da tutta Europa continua a crescere e contribuisce al rafforzamento della struttura dell’Ordine, che acquisisce nuovi possedimenti sulle rive del Mediterraneo. Tra questi, l’importante porto di Famagosta, la città di Nicosia e numerose Commende.

La progressiva instabilità di Cipro, che impediva la loro espansione sull’isola, spinge gli Ospedalieri a prendere in considerazione l’isola di Rodi quale sede più idonea per l’Ordine di San Giovanni.
Luogotenenti magistrali continuano comunque ad essere presenti a Cipro per governare Priorati e Commende (ne risultano più di 60 nel 1374) per un altro secolo, fino al 1421, quando i cavalieri vengono richiamati alla sede conventuale di Rodi.

1310 a Rodi

Sotto la guida del Gran Maestro Fra’ Foulques de Villaret, nel 1307 i cavalieri dell’Ordine di San Giovanni sbarcano a Rodi. Dopo aver completato l’acquisizione dell’isola nel 1310, vi trasferiscono la loro sede.
Da quel momento la difesa del mondo cristiano richiede una forza navale e l’Ordine costruisce una potente flotta con cui solca i mari orientali, impegnandosi in numerose e celebri battaglie.
L’indipendenza dell’Ordine dagli altri Stati, in virtù di atti pontifici, con il diritto universalmente riconosciuto di mantenere ed impegnare forze armate e di nominare ambasciatori, costituisce la base della sua sovranità internazionale.
Fin dall’inizio del quattordicesimo secolo le istituzioni dell’Ordine e i cavalieri che giungevano a Rodi da ogni parte d’Europa si riuniscono in base alla lingua parlata. Dapprima le Lingue erano sette: Provenza, Alvernia, Francia, Italia, Aragona (Navarra), Inghilterra (con Scozia e Irlanda) e Germania. Nel 1492 viene costituita l’ottava Lingua, quella di Castiglia e Portogallo. Ogni Lingua comprendeva Priorati o Gran Priorati, Baliaggi e Commende.

L’Ordine era governato dal Gran Maestro (Principe di Rodi) e dal Consiglio, batteva moneta e intratteneva rapporti diplomatici con gli altri Stati. Le alte cariche dell’Ordine venivano attribuite ai rappresentanti delle diverse Lingue. La sede dell’Ordine, il Convento, era composto da religiosi di diversa nazionalità.

Dopo sei mesi di assedio e di cruenti combattimenti con la flotta e l’esercito del Sultano Solimano il Magnifico, nel 1523 i cavalieri sono costretti ad arrendersi e ad abbandonare con gli onori militari l’isola di Rodi.

1530 a Malta

L’Ordine rimane senza un territorio per alcuni anni, fino a quando nel 1530 il Gran Maestro Fra’ Philippe de Villiers de l’Isle Adam prende possesso dell’isola di Malta, ceduta all’Ordine dall’Imperatore Carlo V con l’approvazione di Papa Clemente VII. Viene stabilito che l’Ordine sarebbe rimasto neutrale nelle guerre tra nazioni cristiane.

Nel 1565 i cavalieri, guidati dal Gran Maestro Fra’ Jean de la Vallette, difendono l’isola per più di tre mesi durante il Grande Assedio degli Ottomani.
A seguito di questa vittoria vengono costruiti la città ed il porto di La Valletta, che prende il nome dal Gran Maestro, suo fondatore. I cavalieri trasformano Malta con importanti progetti di edilizia urbana: vengono costruiti palazzi e chiese, nuovi formidabili bastioni di difesa e giardini. Fiorisce l’architettura ed il mecenatismo artistico. Nell’isola viene edificato un nuovo grande ospedale, considerato uno dei più organizzati e più efficace nel mondo. Viene istituita una scuola di anatomia, a cui fa seguito la facoltà di medicina. L’Ordine contribuisce allo sviluppo in particolare dell’oftalmologia e della farmacologia.
Oltre a queste attività, per secoli la flotta dell’Ordine di Malta prende parte alle manovre più importanti del Mediterraneo contro la flotta ottomana e contro i pirati del Nord Africa.

1571 la battaglia di Lepanto

La flotta dell’Ordine prende parte nel 1571 alla battaglia di Lepanto, contribuendo alla vittoria della flotta cristiana che interrompe l’espansione ottomana in Europa.

1798 anni difficili

Due secoli dopo, durante la campagna d’Egitto del 1798, Napoleone Bonaparte occupa Malta per il suo valore strategico. I cavalieri sono costretti ad abbandonare l’isola, anche a causa della Regola dell’Ordine che impediva loro di alzare le armi contro altri cristiani. Il Trattato di Amiens del 1802, che riaffermava i diritti sovrani dell’Ordine sull’isola di Malta, non venne mai applicato

1834 a Roma

Dopo essersi trasferito temporaneamente a Messina, a Catania e a Ferrara, nel 1834 l’Ordine si stabilisce definitivamente a Roma dove possiede, garantiti da extraterritorialità, il Palazzo Magistrale e la Villa Magistrale sul colle Aventino.

Il 20° e il 21° secolo

Nella seconda parte del 19° secolo la missione originaria dell’assistenza ospedaliera ritorna ad essere l’attività principale dell’Ordine, che si intensifica nel corso dell’ultimo secolo, grazie al contributo delle attività dei Gran Priorati e delle Associazioni Nazionali presenti in numerosi paesi del mondo. Le attività ospedaliere e di assistenza vengono svolte su larga scala durante la Prima Guerra Mondiale e durante la Seconda sotto il Gran Maestro Fra’ Ludovico Chigi Albani della Rovere (1931-1951).

Sotto i Gran Maestri Fra’ Angelo de Mojana di Cologna (1962-1988) e Fra’ Andrew Bertie (1988-2008), i progetti si intensificano ulteriormente fino a raggiungere le regioni più remote del mondo.

venerdì 14 settembre 2012

Anello Chevalier: Tradizione ed Identità.


L'anello con lo stemma di famiglia non è un semplice gioiello e nemmeno un nostalgico vezzo nobiliare ma ha un preciso ed antico valore simbolico e spirituale, poichè rappresenta la Tradizione, ovvero la trasmissione, di generazione in generazione, di una storia, di una identità e di una appartenenza ad una precisa comunità. Chi indossa uno chevalier ha, quindi, dei precisi obblighi morali di Fedeltà agli autentici Valori europei di Onore, Giustizia, Cavalleria ed Aristocrazia, ovvero di servizio alla propria comunità di appartenenza. Servizio, assolutamente disinteressato, che l'autentico aristocratico esplica, con naturale senso del dovere, nell'esempio quotidiano in famiglia e sul lavoro, nella concreta solidarietà verso i più bisognosi, nella difesa del proprio territorio e della propria cultura, nella fedeltà alla Patria, alla Corona ed alla Chiesa Cattolica.

giovedì 6 settembre 2012

In ricordo di Luigi Michelini di San Martino.


Fernando Crociani Baglioni rende l'estremo saluto all'amico Conte Luigi Michelini di San Martino e Rivalta, confratello Cavaliere di Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, consocio del Collegio Araldico e Presidente del Corpo della Nobiltà Italiana (CILANE).

mercoledì 5 settembre 2012

Famiglia Jonghi Lavarini (dal Libro d'Oro della Società Genealogica Italiana).



JONGHI LAVARINI: Uradel von Naters (m) – Freiherr von Urnavas (mpr)- Nobili Decurioni di Ornavasso - Patrizi Ossolani.

Antica famiglia Walser (tedesco-vallese) della Vall d’Ossola, gli Jonghi Lavarini sono i legittimi discendenti dei nobili carolingi Crussnall primi signori feudali di Ornavasso, poi trasferitisi in Svizzera. Il Capostipite di questa importante Sippe germanica, storicamente presente in tutte le valli del Monte Rosa, è Jocellino I von Urnavas, citato nel 1275 come Visdomino di Naters. Da suo nipote Jocellino II “Jung” (il giovane), discendono appunto gli Jonghi von Urnavas che furono fra i promotori della colonizzazione walser delle Alpi, spingendosi, oltre il passo del Sempione, fino a fondovalle, a Casaleccio, Ornavasso e Migiandone, rivendicando la titolarità su quelle terre. Nel 1486, il Vescovo di Sion, Iodico von Syllinen, Signore del Vallese e Principe del Sacro Romano Impero, rivendicando il legittimo dominio su quelle terre, nominò, suo Curatore, il Ritter (Cavaliere) Theodorus Jongh, riconoscendolo erede dei primi signori di Ornavasso (poi trasferitisi nel Vallese) con lo spettante titolo di Freiherr von Urnavas. Già nel 1495, però, il Ducato di Milano ed i Visconti rientrarono definitivamente in possesso della Baronia di Ornavasso, accordandosi con le “locali genti alemanne” (Walser), alle quali venne concessa una larga autonomia. Da allora i “todeschi Jonghi di Urnavas” sono sempre citati negli eventi storici della valle. In particolare, nel 1575, Pietro ed Angelino Jonghi, partecipano alla costituzione degli Statuti di Ornavasso in quanto “cardenzari et uomini particolari di detto luoco”. Nel 1605, gli Jungen Urnavas sono citati nel “Wappenbuch des Heligen Romischen Reichs” (registro degli stemmi del Sacro Romano Impero). Nel corso dei secoli possedettero molte terre agricole, pascoli, boschi, cave di marmo e palazzi signorili (ancora esistenti come quelli di Ornavasso, Vogogna e Piedimulera), imparentandosi con le più importanti famiglie del Verbano-Cusio-Ossola. Dal 1738 gli Jonghi furono sempre presenti nel Consiglio Generale dell’Ossola come Patriziato Aggregato. Nel 1900, S.M. Re Umberto I concesse al Nob.Cav.Ing. Cesare Jonghi di aggiungere al proprio cognome ed al proprio stemma anche quelli materni dei nobili Lavarini (famiglia di remota origine veneta, di medici ed impresari, decurioni e sindaci, citata fin dal 1575). Stemma: Destra di bianco, pianta verde in campo con forti radici attorniate da due lettere “J” d’oro. Sinistra d’azzurro, tagliato da sbarra d’oro, in alto a dx tre soli d’oro, in basso a sx giglio d’oro Motto: “OTIUM CUM DIGNITATE”.

http://www.genmarenostrum.com/pagine-lettere/letteraj/jonghilavarini.htm